A LUNGA CONSERVAZIONE/

Al Sband

Il Jazz a Reggio Emilia

Da Sinistra: Henghel Gualdi, Louis Armstrong, Lara Saint Paul e Lucille Wilson (moglie di Armstrong) nel 1968 durante il Festivan di Sanremo – Fotografia tratta dallìArchivio Aperto per Henghel Gualdi. San Martino in Rio (RE).

Al sband era il nome dello strumento che più di ogni altro identificava quella rivoluzione musicale che dall’America portava con sé i grattacieli di New York e le mille luci di Broadway: la batteria. Una catasta di tamburi piatti e timpani suonata in maniera spettacolare dai nuovi giocolieri della musica.

Reggiani e reggiane popolavano luoghi dai nomi esotici (il Paradiso Blu, il Carillon Cabala, il Copacabana), immaginando chissà quali località da sogno evocate da orchestre che si scatenavano a ritmo di Jazz. Proprio così, il Jazz a Reggio Emilia, mentre la gente vestita a festa beveva cocktail con l’Acqua d’Orcio e parlava dialetto commentando le qualità delle nostrane Jazz Band.

I podcast contengono estratti e commenti dei giornali d’epoca, recensioni e considerazioni di scrittori e intellettuali, come quelle scritte da Lando Orlich, testimonianze dirette dei pionieri musicisti come Mario Campioli o Vanni Catellani e stralci di interviste estratte dalla mostra fotografica Un giro di Jazz tenutasi nel 2015 a Spazio Gerra per Fotografia Europea.

Testi dal libro “Reggio Emilia Jazz 1925-1991. Dalla provincia al mondo” di Giordano Gasparini (Compagnia Aliberti editore, 2016)
Voci narranti: Giordano Gasparini, Stefania Carretti
Regia e montaggio: Lorenzo Immovilli
Colonna sonora – Elenco dei brani musicali presenti nei podcast

Negli anni ’20 arriva a Reggio Emilia un nuovo genere musicale che nessuno aveva mai sentito prima. Il jazz ha ritmi e melodie “indiavolate” che lo fanno diventare subito di moda.

Durante gli anni del fascismo il jazz è visto con sospetto come musica straniera e in quanto tale da proibire. Così per continuare a suonare, i musicisti escogitano improbabili e divertenti sotterfugi.